18 Maggio 2020
Podere Forte: guardando indietro verso un futuro più luminoso
Quando nel 1997 Pasquale Forte decise di diventare produttore di vino, entrò in campo con un impegno assoluto verso l’eccellenza e un progetto senza limiti per il raggiungimento dei suoi obiettivi. Ma Forte, il cui amore per la terra risale alla sua infanzia in Calabria, prima di trasferirsi al nord per studiare e diventare un imprenditore di successo, si descrive come un “pragmatico sognatore” consapevole che i miracoli nel vino non si compiono da un giorno all’altro o, del resto, nemmeno in un decennio o due.
Dopo una meticolosa pianificazione, fonda il Podere Forte, che si estende su un tratto di 168 ettari nella Val d’Orcia, nella Toscana meridionale, dove, seguendo i principi del biologico e della biodinamica, impianta 19 ettari di vigneti e 23 di oliveti, dedicando il resto a campi coltivati e boschi.
Il motivo del progetto è stato quello di recuperare le tradizioni agricole e vitivinicole della Val d’Orcia, “coltivando come 2.000 anni fa per essere 200 anni avanti con i tempi”. Sapeva che questo avrebbe richiesto non solo uno scrigno di investimenti, ma anche un tesoro di competenze. Come consulenti ha assunto l’esperto di viticoltura Attilio Scienza, l’enologo piemontese Donato Lanati e i microbiologi del suolo Lydia e Claude Bourguignon, esperti mondiali di terroir e di preparazione del terreno per i vigneti.
La filosofia Forte si può riassumere nella visione di raggiungere la qualità assoluta a tutti i costi ma nel pieno rispetto della natura in un ambiente dove uomo, animali e piante contribuiscono a creare un macrocosmo autosufficiente, equilibrato e sostenibile.
I vigneti sono stati piantati principalmente con Sangiovese, ma si trovano anche Cabernet Franc e altri vitigni ancora in fase di sperimentazioni, Il risultato è una gamma di vini Orcia DOC di cui tre da uve Sangiovese: “Petruccino”, “Petrucci Melo” e “Petrucci Anfiteatro”, e il Cabernet Franc in purezza “Guardiavigna”. L’enologo Cristian Cattaneo ha anche perfezionato uno spumante metodo classico da uve Sangiovese in purezza, chiamato “Ada”.
L’edificio della cantina si sviluppa su cinque livelli, di cui tre interamente sotterranei. Le uve che arrivano ai livelli superiori vengono selezionate e pigiate e i mosti, o i chicchi interi, scorrono per gravità fino ai livelli più bassi dove avviene la vinificazione e la maturazione. Il piano inferiore è dedicato all’affinamento dei vini in barriques, tonneaux e successivamente in bottiglia.
Nel 2011 la proprietà è stata estesa ad un’area tra Pienza e San Quirico d’Orcia con 110 ettari di campi coltivati e pascoli per i pregiati suini di cinta senese e bovini di razza chianina, che forniscono carne e salumi serviti presso l’Osteria Perillà ( 1 stella Michelin) a Rocca d’Orcia. La Chianina contribuisce anche a una parte importante del ciclo produttivo biodinamico, un trattamento detto “cornoletame”, che prevede l’utilizzo di letame macerato per lunghi periodi prima di essere vaporizzato sul terreno e utilizzato come compost per vigneti, oliveti e seminativi.
Pasquale Forte continua a perseguire i suoi sogni pragmatici in un podere che è diventato un modello di agricoltura scientifica-biodinamica e un’azienda vinicola che sta portando nuova statura e fama ai vini della valle dell’Orcia, da tempo trascurata. Ma il sognatore non si riposa certo sugli allori, mentre lui e il suo team continuano ad applicare le lezioni del passato a un futuro sempre più luminoso, seguendo il motto Ad Maiora, “verso cose più grandi”.
NOTA: I vini del Podere Forte saranno illustrati in dettaglio in un prossimo numero della Newsletter Heres.
ENGLISH
Podere Forte: Looking backward toward a future of “greater things”
When Pasquale Forte decided to become a wine producer in 1997, he entered the field with an absolute commitment to excellence and a no limits project for achieving his goals. But Forte, whose love of the land dates to his childhood in Calabria before he moved north to study and become a successful entrepeneur, describes himself as a “pragmatic dreamer” aware that miracles in wine aren’t achieved overnight or, for that matter, even in a decade or two.
After meticulous planning, he founded Podere Forte, covering a tract of 168 hectares in the Val d’Orcia in southern Tuscany, where following organic and biodynamic principles he planted 19 hectares of vineyards and 23 of olive groves, dedicating the rest to arable fields and woodland. The motif of the project was to recover the agricultural and winemaking traditions of the Val d’Orcia, “cultivating as they did 2,000 years ago to be 200 years ahead of the times.” He knew that this would require not just a treasure chest of investment but a treasure trove of expertise. As consultants he hired the eminent viticulturist Attilio Scienza, the Piedmontese enologist Donato Lanati, and the soil microbiologists Lydia and Claude Bourguignon, world experts on terroirs and the preparation of land for vineyards.
The Forte philosophy can be summed up in the vision of achieving absolute quality at all costs but with full respect for nature in an environment where man, animals and plants contribute to create a self-sufficient, balanced and sustainable integrated macrocosm. Vineyards were planted mainly with traditional Sangiovese, as well as Cabernet Franc and othe experimental varieties. The result is a range of barrel-aged Orcia DOC wines, three from 100% Sangiovese—Petruccino, Petrucci Melo and Petrucci Anfiteatro—and the pure Cabernet Franc Guardiavigna. Resident enologist Cristian Cattaneo has also perfected a novel classic method sparkling wine named Ada from pure Sangiovese.
The winery building covers five levels, only two of which are above ground. Grapes arriving at the top levels are selected and crushed and musts flow by gravity to lower levels where vinification and maturation take place. The base level is devoted to aging wines in barriques and tonneaux.
In 2011, the property was extended to an area between Pienza and San Quirico d’Orcia with 110 hectares of cultivated fields and grazing land for the prized Cinta Senese pigs and Chianina cattle, which provide meat and cold cuts served at the Osteria Perillà at Rocca d’Orcia. The Chianina also contribute to an important part of the biodynamic production cycle, a treatment known as “cornoletame” using manure macerated for long periods before being vaporized on the soil and used as compost for vineyards, olive groves and arable land.
Pasquale Forte continues to pursue his pragmatic dreams at a farm that has become a model of scientific and biodynamic agriculture and a wine estate that is bringing new stature and renown to the wines of the long neglected Orcia valley. But the dreamer is by no means resting on his laurels, as he and his team continue to apply the lessons of the past to an ever brighter future, following the motto of Ad Maiora, “toward greater things.”
NOTE: The wines of Podere Forte will be reviewed in detail in a coming issue of the Heres Newsletter.