Ciavolich: Vini che raccontano le origini di una famiglia in un luogo magico

20 Aprile 2020

AUTORE

Burton Anderson

Burton Anderson è uno scrittore americano originario del Minnesota, vive in Italia e scrive di vino, cibo e viaggi.
Nei primi anni '80 pubblica "The Wines & Winemakers of Italy" , libro che ha reso celebre il made in Italy enoico fuori dai confini nazionali. Burton ha dato un contributo notevole alla divulgazione del vino italiano nel mondo facendone conoscere l'originalità, le potenzialità e le eccellenze territoriali. E' inoltre l'ex direttore dell'International Herald Tribune a Parigi. Il New York Times lo ha definito "la massima autorità sui vini italiani in lingua inglese".

Ciavolich: Vini che raccontano le origini di una famiglia in un luogo magico

La famiglia Ciavolich, di origine bulgara, arrivò in Abruzzo nel XVI secolo come mercanti di lana, stabilendosi nel borgo di Miglianico, dove, nel 1835, impiantarono vigneti e fondarono una cantina che rimane una delle più antiche della regione. Giuseppe Ciavolich rilevò la tenuta nel dopoguerra e negli anni ’60 piantò altri vigneti su terreni ereditati dalla nonna Ernestina a Loreto Aprutino.
Quando, nel 2004, la salute di Giuseppe gli ha impedito di proseguire, l’onere della gestione dell’azienda è ricaduto sulla figlia Chiara, che, a 26 anni, ha dovuto affrontare una decisione improvvisa. “Avrei potuto scegliere di vendere tutto e fare un altro lavoro, o vivere come un parassita in eredità”, ricorda, “ma invece, per rispetto a mio padre, ho deciso di portare avanti l’azienda sotto il nome della nostra famiglia, che è fonte di orgoglio e responsabilità”. 
Chiara si è applicata con tanta responsabilità che oggi “Ciavolich” è uno dei nomi più ammirati dell’Abruzzo, producendo vini esclusivamente da vigneti di proprietà.

Si tratta di 22 ettari nella tenuta di Contrada Salmacina Cancelli a Loreto Aprutino e di 7 ettari nella tenuta di Contrada Vicenne Sud a Pianella. La produzione dei vini comprende vitigni autoctoni come Pecorino, Cococciola, Trebbiano D’Abruzzo, Cerasuolo’Abruzzo, Montepulciano D’Abruzzo vinificati in purezza, ma una particolare nota distintiva va alle fermentazioni spontanee della Linea Fosso Cancelli che nasce nel 2007 con il  Montepulciano d’Abruzzo con l’idea di creare un grande vino che potesse invecchiare in bottiglia 50 anni. Al Montepulciano d’Abruzzo Fosso cancelli si sono aggiunti recentemente ,con stessa filosofia di vinificazione, il Trebbiano d’Abruzzo, Il Pecorino e il Cerasuolo d’Abruzzo. La differenza tra il Fosso Cancelli e gli altri  vini sta, oltre che nei materiali usati ( cemento, terracotta e legno), nella maggiore artigianalità del processo di trasformazione: dal  metodo più antico di vinificazione scelto alla voglia di mettersi alla prova lavorando con lieviti indigeni e  rinunciando all’uso di determinati aiuti enologici.

Chiara Ciavolich è innamorata del suo angolo d’Abruzzo, “la terra dolce e calda di Loreto Aprutino temperata dalle cime calcaree innevate del Gran Sasso. È selvaggia per natura e non ancora completamente domata sotto un cielo luminoso, pulito e limpido come pochi altri in tutta Europa. È così sconosciuta eppure così unica, un’antica regione isolata con una voce mistica e magica espressa attraverso i miei vini”.Tra le sue fonti di ispirazione locali, il Santuario romano italico della Dea Feronia, la Chiesa di Santa Maria in Piano con i suoi affreschi quattrocenteschi e il museo dell’olio d’oliva e della ceramica. Ricorda che la storia epica e romantica della sua famiglia e l’arte locale entrano nei suoi vini attraverso etichette che presentano antenati, rosoni di chiese e stampe di artisti del Novecento donati alla sua famiglia all’inizio del secolo.

ENGLISH

Ciavolich: Wines that speak of a family’s roots in a magical place

 The Ciavolich family, of Bulgarian origin, arrived in Abruzzo in the sixteenth century as wool merchants, settling at the village of Miglianico, where, in 1835, they planted vineyards and established a wine cellar that remains one of the region’s oldest. Giuseppe Ciavolich took over the estate after the war and in the 1960s planted more vineyards on land inherited from his grandmother Ernestina at Loreto Aprutino.

When, in 2004, Giuseppe’s health  prevented him from continuing, the burden of running the estate fell on his daughter Chiara, who, at 26, was faced with a sudden decision. “I could have chosen to sell everything and do another job, or to live like a parasite on an inheritance,” she recalls, “but instead, out of respect for my father, I decided to carry on the winery under our family name, which is a source of pride and responsibility.”

Chiara, has applied herself so responsibly that today Ciavolich is one of the most admired names of Abruzzo, producing

wines exclusively from estate vineyards. These include 22 hectares on the Contrada Salmacina Cancelli estate at Loreto Aprutino and 7 hectares at the Contrada Vicenne Sud estate at Pianella.

Production includes wines from native grapes, such as Pecorino, Cococciola, Trebbiano d’Abruzzo and Montepulciano d’Abruzzo (also for the pink Cerasuolo d’Abruzzo) all vinified as pure varietals. Rating a special note is the spontaneous fermentation of the Fosso Cancelli line, created in 2007 with Montepulciano d’Abruzzo with the idea of making a wine of great stature that could age in bottle for half a century.

Beyond Montepulciano d’Abruzzo, the Fosso Cancelli line has recently taken in Trebbiano d’Abruzzo, Pecorino and Cerasuolo d’Abruzzo, all following the same production philosophy. The line is distinguished by the use of select cement, terracotta and wood in vats and barrels and greater craftsmanship in vinification and aging, following ancient winemaking techniques that include the use of indigenous yeasts and renouncing the use of certain modern enological conveniences.

Chiara Ciavolich is enamored with her corner of Abruzzo, “the gentle and warm land of Loreto Aprutino tempered by the snowy limestone peaks of Gran Sasso. It is wild by nature and not yet completely tamed under a bright sky, clean and clear like few others in the whole of Europe. It is so unknown and yet so unique, an ancient region isolated with a mystical and magical voice expressed through my wines.”

Her local sources of inspiration include the Roman Italic Sanctuary of the Goddess Feronia, the Church of Santa Maria in Piano with its fifteenth-century frescoes, and the the museum of olive oil and ceramics. She points out that her family’s epic and romantic history and local art enter into her wines through labels that feature ancestors, church rosettes and prints by artists of the twentieth century donated to her family at the beginning of the century.

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